
ll mobbing è spesso legato alla diversità. Un fenomeno odioso che ha come bersaglio persone vessate semplicemente per il genere, l'orientamento sessuale, per caratteristiche fisiche etc.
In questo caso il #mobbing viene utilizzato come pressione esterna per spingere al licenziamento donne incinte, che evidentemente per molti capi rappresentano un problema.
Cosa ci dicono i dati? Qualcosa di sconfortante.
Dal 2013-2015 sono state licenziate o costrette a dimettersi 800 mila #donne. Di queste 350 mila sono state discriminate per via della #maternità o per richieste che miravano a conciliare le loro esigenze familiari con gli impegni lavorativi.
Cosa si può fare per contrastare questo fenomeno?
E’ importante rafforzare la percezione di ciò che accade, ricondurre correttamente il proprio “sentire” che qualcosa non va alla situazione di mobbing di cui si è vittima. Dunque, da counselor aiutare a “sapersi ascoltare”
Il mondo femminile, patisce questa condizione in modo più insidioso e ambiguo, perché gli atteggiamenti discriminatori posti in essere, tendono a far sentire in colpa la vittima.
In una accezione meno conosciuta, il mobbing è definito come una situazione di comunicazione non etica che si esprime in comportamenti ostili ripetuti; questo è molto importante, poiché da centralità alla relazione scorretta, intercorrente tra i protagonisti dell’evento mobbizzante.
Definire il mobbing correttamente, aiuta a riconoscerlo e combatterlo e attiva gli strumenti per sottrarsi al processo distruttivo e di disistima di sé, che si vorrebbe indurre nella vittima.
Vi proponiamo un interessante articolo sul tema, che tratta una importante ricerca al femminile, che ne ha studiato e dimostrato gli effetti: https://www.open.online/2020/07/13/pessimo-capo-incinta-fa-male-salute-anche-neonato-studio/
#siamocounselor #siamofaip